Un po’ di chiarezza sulle figure che si occupano delle strategie di Social Media Marketing.

Nell’ultimo periodo la pandemia ha praticamente fatto un’autentica strage di Aziende, un po’ in tutto il mondo e l’Italia non fa eccezione. In realtà però se andiamo ad analizzare per bene i dati, quello che abbiamo davanti è un problema che non è nato con l’avvento della pandemia: in Italia nel 2019 chiudevano più di 300 aziende al giorno, senza pandemie né altri problemi “straordinari” in corso.
Certo è che il “sistema Italia” con la sua burocrazia macchinosa e il sistema tasse decisamente severo non aiuta, ma insieme a tutto ciò bisogna aggiungere delle concause imprenditoriali di natura strutturale e decisionale. Di cosa sto parlando? Parlo di investimenti sbagliati (o non presi proprio in considerazione) o di problemi più gravi come la scelta dell’attività avviata, spesso in settori saturi e troppo competitivi (ma di quest’ultimo problema ce ne occuperemo in un altro articolo dedicato).

Quello che vorrei approfondire oggi è l’approssimazione con cui si investe nel marketing, nello specifico nel social media marketing, e spiegare quali sono le figure di riferimento per investire in quello che è un canale che può realmente aiutare le aziende a generare profitti.

Social Media Marketing: perché è un’arma vincente

Da ormai diversi anni nel quotidiano delle nostre vite sono comparsi gli amatissimi Social Network: posti in cui poter discutere, condividere e postare qualsiasi cosa (o quasi) ci passi per la testa.
Oltre a tutto ciò però c’è di più, molto di più.
I social Media sono uno strumento formidabile per promuovere la propria attività, intercettare potenziali clienti, vendere ed offrire prodotti e servizi, il tutto con una precisione chirurgica basata sugli interessi delle persone, cosa che non si può fare ad esempio con uno spot tv o un volantino, dove si pubblicizza staticamente e indifferenziatamente senza tener conto di variabili importanti come l’età del “pubblico”, il sesso, gli interessi o anche semplicemente la posizione geografica.
Facciamo un esempio pratico.
La mia attività produce pannolini e decido di investire in 2 strumenti di comunicazione differenti: la tv ed i Social Network.

Con lo spot televisivo posso decidere in quale fascia oraria andare in onda ma non posso decidere a chi mostrare il mio spot; ciò vuol dire che i soldi che investo serviranno a raggiungere qualsiasi genere di persona, compresi i bambini, gli anziani, i single e le coppie che non hanno figli: tutte persone che oggettivamente non sono in target con il mio prodotto ma che fanno parte del pacchetto che ho acquistato. A questo bisogna aggiungere che lo spot televisivo ha una certa staticità, ovvero non mi permette di interagire attivamente con chi lo guarda. Le persone “subiscono” passivamente la pubblicità senza poter interagire attivamente con una CTA immediata (Call To action = chiamata all’azione).

Nel caso della pubblicità sui Social Network il discorso cambia radicalmente. Posso decidere a chi far vedere il mio post (video o immagini) stabilendo parametri precisi, che in questo caso potrebbero essere “coppie con figli fino a 2 anni”. Nel caso in cui non vendessi online ma bensì in un negozio fisico, potrei targetizzare la mia pubblicità (chiamata sponsorizzata nel campo del Social Media Marketing), circoscrivendo la visibilità all’area geografica di interesse: se il mio negozio è a Torino potrei decidere di far visualizzare la sponsorizzata solo a Torino, in quanto difficilmente chi abita in un’altra città si recherebbe ad acquistare i pannolini nel mio negozio!

Social Media Managing: l’improvvisazione non è la soluzione

Ora che abbiamo compreso le potenzialità del social media marketing dobbiamo necessariamente comprendere un’altra tematica molto importante: utilizzare i social network giornalmente non vuol dire avere le capacità per potersi destreggiare nelle sopra citate sponsorizzate. Postare foto su Facebook è diverso dallo sponsorizzare su Facebook un contenuto, così come su Instagram o qualsiasi altro Social Network ad oggi esistente.
Dietro ad una sponsorizzata c’è tanto lavoro di raccolta dati, strategia e creatività . Per questo motivo bisogna affidarsi sempre ad un esperto del settore che possa fare del Social Media Managing efficace, che porti risultati concreti all’azienda.
Improvvisarsi promotore dei propri prodotto/servizi sui social network è nella stragrande maggioranza delle volte un costoso fallimento.
L’illusione di padroneggiare i Social spinge più di qualche imprenditore al “fai da te” ma come in ogni mestiere l’imprenditore deve fare l’imprenditore, semplicemente perché non ne sa nulla/abbastanza di social media marketing (giustamente), come il Social Media Manager non ne sa abbastanza di piante e fiori (altrimenti era un giardiniere), né di sicurezza (altrimenti era un esperto in sicurezza). Spero di aver chiarito il concetto.

Tu chiamalo se vuoi: Social Media Advertiser

Nel quotidiano sentiamo spesso parlare di Social Media Managing, attribuendo a chi gestisce i Social Network di un’azienda l’appellativo di “Social Media Manager”.
Il Social Media Manager è sicuramente una figura conosciuta (e riconosciuta ormai, fortunatamente) tra le nuove professioni che da anni accompagnano la nuova società 3.0 (chiamarla 2.0 ormai è old), quella società fatta di shopping online, connessioni virtuali, monete virtuali, influencer, Instagrammer e TikToker.
Quello che passa un po’ in sordina è il fatto che si sono venute a creare diverse figure che si occupano di curare i Social delle aziende/persone, che ad una prima occhiata possono sembrare quasi speculari ma che nascondono (neanche troppo velatamente) delle differenze sostanziali, sia nelle competenze acquisite, sia nel modo di agire; sto parlando in particolare di 2 figure specifiche: il Social Media Manager ed il Social Media Advertiser.

Partiamo da una premessa importante: ultimamente per fare del vero ed efficace Social Media Managing, la figura che se ne occupa dovrebbe avere sia le competenze del Social media manager, sia quelle del Social Media Advertiser, ma spesso questo non accade.

Il social media advertiser ha competenze tecniche che di solito vengono a mancare nei social media manager; mi riferisco alla costruzione delle campagne (le sponsorizzate) finalizzate alla conversione, alla vendita dei prodotti del catalogo (per gli e-commerce) e, in generale, al modus operandi più concreto e focalizzato sull’aumento degli introiti/lead per l’azienda, relegando “mi piace” e “condivisioni” in secondo piano.
Al contrario, il Social Media Manager di solito eccelle nella comunicazione con i Fan della pagina, i followers, sa gestire le diatribe ed i momenti di crisi (a livello di comunicazione), ma a livello di campagne sponsorizzate ha qualche limite tecnico e rischia spesso di farsi ammaliare troppo da quelle che conosciamo con il nome di Vanity Metrics, ovvero i risultati incentrati sull’aumento dei follower, sui mi piace ad un post, sulle condivisioni e via dicendo, che per carità, in una strategia di Social Media Marketing complessivamente vanno prese in considerazione ma vanno sempre e comunque affiancate a risultati di conversione, risultati più tangibili e significativi per un’azienda, specialmente nel breve periodo (e per le sue casse).

In conclusione: come bisogna comportarsi?

La risposta è una ma va scomposta in 2 parti.
La prima parte è semplice: se hai bisogno di lavorare con delle pagine Social per la tua azienda il modo migliore per farlo è affidare il Social Media Managing ad un professionista del settore. Segue la seconda parte: scegliere con attenzione la figura a cui affidare il tutto, cercando di intercettare qualcuno che abbia le competenze sia del Social Media Manager sia del Social Media Advertiser, perché per ottenere una strategia di Social Media Marketing efficace occorre il giusto mix tra competenze tecniche, creative e comunicative.

Have a Nerd Day.
Roberto Gianpiero Protano